…C’ERA UNA VOLTA UN TORCHIO

 

 

 

Forse non tutti sanno che Casapinta, non molti anni fa, ha perso un reperto storico di grande valore.

Si tratta del vecchio torchio frazionale di Scalabrino, datato 1738, col quale venivano macerate uva e granaglie.

La sua vita però è stata lunga e travagliata: tutto cominciò nel 1968 quando subì notevoli danni a causa dell’alluvione che colpì anche la nostra zona.

 

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A seguito di numerose sollecitazioni nei confronti dei proprietari del torchio di preoccuparsi della restaurazione di esso, ma ottenendo sempre risposte negative, il sindaco, il Sig. Furno Marchese rag. Tino, si è rivolto in data 27 Marzo 1970 al prof. Baronio Alessandro, rappresentante della sovrintendenza delle Belle Arti di Biella, chiedendo l’autorizzazione per poter provvedere alla ricostruzione del suddetto torchio e di una copertura.


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Ottenuta l’autorizzazione è però sorto un altro problema: l’elevato costo per la riparazione. Infatti, come si evince dalla lettera del 17 Giugno 1970 al Prof. Baronio, il Sindaco chiede un finanziamento per la restaurazione poiché, come da perizia di stato effettuta dal geometra Scalabrino Pier Giovanni, la spesa sarebbe stata di 636.000 Lire.

 

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Sfortunatamente però la risposta non è stata affermativa in quanto contro una legge che impediva il finanziamento di lavori di straordinaria manutenzione da parte dello stato su oggetti e immobili di proprietà privata. Non avendo quindi potuto affrontare la spesa, il progetto è stato abbandonato, pur restando un obbiettivo da raggiungere sia per il comune che per tutta la sua popolazione.

 

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Tant’è vero che il successivo sindaco, Sig. Cerruti Sola Ervino, ha ricontattato nel 1976 il geometra Scalabrino Pier Giovanni, redattore del vecchio progetto del 1970.

 

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Restava comunque sempre il  “problema soldi” perché c’era sì la volontà di salvaguardare il torchio, ma non la volontà, o la possibilità, di affrontare questa spesa, neanche da parte dei proprietari, né tanto meno quella di donare il torchio al comune, con la conseguente possibilità di ricevere il finanziamento, in quanto immobile pubblico .

 

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E se normalmente tutte le favole hanno un lieto fine, questa, essendo un racconto reale, termina con la perdita totale di questo bene culturale di grande interesse. Resta comunque l'intento dell'amministrazione comunale di recuperare alcuni di questi cimeli, (che erano collocati non solo in fr.ne scalabrino), al fine di valorizzare il territorio con quegli aspetti storico-culturali, che meritano attenzione e sicuramente non vanno perduti.

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Stage Giugno-Luglio 2007
Manuela Bonardi e Veronica Serafia